“Sono uno di quelli che per capre le cose ha assolutamente bisogno di scriverle” (Murakami)
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita. Chi legge avrà vissuto 5000 anni. La lettura è un’immortalità all’indietro” (Umberto Eco)
Queste frasi mi si addicono per questo le ho scelte per presentarmi. La parola letta e scritta è il mio sfondo, il mio orizzonte, più di un mestiere, quindi. Sono insegnante di Lettere dal 1992; nata ad Ancona nel 1966, ho frequentato il Liceo Classico dove è maturata la mia vocazione umanistica grazie a insegnanti che mi hanno guidata in un percorso formativo intenso e appassionante. Proprio la passione per la letteratura e per l’arte mi ha portata a Roma, dove mi sono laureata in Lettere all’Università “La Sapienza” nel 1990, con una tesi di Iconografia e Iconologia e dove poi mi sono specializzata in Storia dell’Arte Medioevale e Moderna; mentre ancora frequentavo la Scuola di Specializzazione, ho iniziato il mio percorso di docente, dopo aver vinto il concorso a cattedre nel 1990. Le mie passioni sono rimaste intatte dagli anni dell’Università: la letteratura, l’arte, la relazione con le persone. Per questo, pur interessata alla ricerca, ho trovato nella scuola e nell’impegno sociale nella comunità le dimensioni in cui realizzare le mie potenzialità e in cui misurare i miei limiti, conciliando l’interesse speculativo e riflessivo con l’attitudine alla concretezza e all’organizzazione della progettazione e della gestione dei processi. In questo percorso di crescita, che continua, hanno per me grande valore la testimonianza, per cui la parola si fa azione, il senso critico che porta all’incontro e al confronto, il dialogo, lo sguardo profondo sulle cose e sulle persone. Per questo mi sento un’umanista e penso che esser umanisti oggi significhi credere nelle donne e negli uomini che ci sono e che verranno, dare, con la propria parzialità, un contributo perché, in questo nostro tempo di opportunità tecnologiche e scientifiche, la riflessione sul presente e sul passato, sulla bellezza, sull’arte, sulle conquiste civili e politiche possa guidarci per sognare, inventare, progettare e poi costruire il futuro. Il mio impegno quotidiano è mirato a questo: custodire e coltivare per generare (perché la cultura è generativa), fissare, con senso della realtà, lo sguardo davanti e intorno su ciò che è, ma anche puntarlo verso l’alto, sulla visione di ciò che ancora non è ma può diventare.