Sono docente di Filosofia e Storia, madre di famiglia numerosa, convinta che la mia professione sia una tra le più appassionanti al mondo, in grado di condurre a livelli molto alti di soddisfazione nel lavoro. Questo fascino deriva dal fatto di riconoscerla come un’attività profondamente connessa ad eventi vitali, immersa in un sistema di relazioni umane che, se fondate sull’autenticità, il rispetto e la disponibilità verso l’altro, possono portare molto frutto, non soltanto sul piano culturale, ma anche e soprattutto su quello esistenziale.
Di fronte allo spreco di umanità, dilagante nel nostro tempo, sento l’urgenza di un impegno nei confronti delle nuove generazioni che mi spinge costantemente a curare e consolidare la mia formazione, nell’intento di voler affrontare con efficacia le richieste e le sollecitazioni di un contesto come quello educativo, necessariamente in continuo divenire.
I miei studi, caratterizzati da un profondo interesse per tutte le scienze umane; le esperienze vissute e le persone significative incontrate, tra le quali i miei grandi Maestri: dall’indimenticabile Edda Ducci a Francesca Brezzi, Gabriella Bartoli, Andrea Riccardi, Giancarlo Galeazzi e anche la mia stimata tutor nell’anno di immissione in ruolo, Grazia Maria Gugliormella; quegli auctores a cui tuttora guardo con occhi curiosi e appassionati: Socrate, Epitteto, Kierkegaard, Ebner, Lévinas, Edith Stein… Insomma, tutto questo, oltre ad aver nutrito la mia innata sensibilità per l’umano, ha indubbiamente contribuito a strutturare il mio stile di insegnamento sulla centralità della relazione educativa, nella convinzione che di fronte all’immensurabile valenza del potenziale umano ci si possa quotidianamente stupire e che valga la pena di spendersi fino in fondo per occuparsi di quel soggetto che si ha di fronte, affinché, per dirla con Kierkegaard, possa diventare quell’“opera d’arte esistente” che soltanto lui può essere.