In questi giorni diversi, che cambiano così radicalmente le nostre vite, accade che emerge l’umano. Ci accorgiamo improvvisamente che abbiamo bisogno di cura, che dobbiamo coltivare la cura, quella del corpo e quella dell’animo. Ci accorgiamo improvvisamente di non essere invulnerabili, ma piccoli, infinitamente piccoli di fronte a un microrganismo invisibile.
Riscopriamo la Ginestra leopardiana, la social catena, l’importanza delle relazioni, delle storie, dell’arte, della poesia, quel patrimonio immenso che ci fa uomini e donne, quel patrimonio immenso che abbiamo sottovalutato, quando non svilito e considerato inutile. Scopriamo che per tornare ad essere uomini e donne in questa incertezza che ci spiazza occorre l’arte e quella forma speciale di conoscenza a cui ci fa accedere.
Ora che l’interesse pubblico ci chiede il distanziamento sociale, scopriamo drammaticamente che eravamo già distanti dagli altri, con le nostre relazioni frettolose, il nostro rincorrere la timeline della giornata, spesso distratti e assenti.
Ci guardiamo intorno, nella lentezza surreale di certi momenti e ci accorgiamo dell’altro, della persona sola, della scuola senza strumenti, del compagno straniero che non riusciamo a contattare, della famiglia che non ha supporto…
Allora ecco:
Cominciamo un romanzo,
Leggiamo una poesia,
Ammiriamo un quadro (Possiamo fare tutto questo senza spostarci da casa, con la rete),
Ascoltiamo un brano musicale,
Facciamo una telefonata agli amici per chiedere loro come stanno e se hanno bisogno di aiuto,
Facciamo silenzio,
Tiriamo fuori le nostre energie,
Sorridiamo, sosteniamoci…
L’emergenza è anche dell’animo…