“Confliggere ‘bene’: oltre l’odio dentro il rispetto”

“Confliggere bene”: gli studenti del Savoia Benincasa imparano a trasformare il conflitto in rispetto

Personale scolastico

Contrastare l’odio, prevenire il bullismo, imparare a dialogare: sono questi gli obiettivi del progetto “Confliggere ‘bene’: oltre l’odio dentro il rispetto”, promosso dal Garante regionale dei diritti della persona in collaborazione con il Co.Re.Com. Marche (Comitato Regionale per le Comunicazioni), al quale ha aderito anche l’Istituto Istruzione Superiore  Savoia Benincasa.

Saranno le classi prime del nostro Istituto Tecnico Economico a partecipare al  percorso formativo composto da sei incontri di natura esperienziale, che prenderanno il via venerdì 31 ottobre. Gli appuntamenti saranno guidati da esperti del metodo “Teatro dell’oppresso”, una pratica educativa e teatrale che utilizza il linguaggio del corpo, la rappresentazione e la partecipazione attiva per riflettere sui conflitti e sulle dinamiche relazionali.

L’obiettivo del progetto è educare al rispetto reciproco e alla gestione positiva del conflitto, promuovendo una cultura della denuncia degli atti di bullismo e del contrasto al linguaggio d’odio, sempre più diffuso, soprattutto nei contesti digitali.

Attraverso giochi di ruolo, simulazioni e momenti di riflessione collettiva, gli studenti saranno accompagnati a riconoscere i meccanismi che generano discriminazione e violenza verbale, imparando al tempo stesso a costruire relazioni fondate sull’ascolto e sull’empatia.

Il “Teatro dell’oppresso”, ideato dal regista brasiliano Augusto Boal, si basa sull’idea che il teatro possa diventare uno strumento di libertà e consapevolezza sociale: non solo spettacolo, ma spazio di trasformazione, dove ognuno può mettersi in gioco, esprimersi e trovare nuove strade per risolvere i conflitti.

Con questa iniziativa, il Savoia Benincasa conferma la propria attenzione ai temi della convivenza civile, della cittadinanza attiva e dell’educazione al rispetto, valori fondamentali per la crescita personale e collettiva dei giovani.

Il progetto rappresenta così un’occasione preziosa per riflettere, agire e costruire — insieme — una scuola più accogliente, dove “confliggere” non significhi distruggere, ma comprendere, dialogare e cambiare.

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