Secondo appuntamento sulla Leg@lità al Savoia Benincasa

Il Procuratore Picozzi: "Ragazzi. 'No' è 'No'. Non è 'No, ma in realtà sì'”.

A. M.

Personale tecnico

Si è tenuto nella mattinata del 24 novembre, nell’Aula Magna dell’Istituto di Istruzione Superiore Savoia Benincasa, il secondo incontro del progetto “Leg@lità: scegliere da che parte stare”. Ospite d’eccezione, la Dott.ssa Annamaria Picozzi, Sostituto Procuratore Generale della Procura di Palermo, che ha parlato a 300 studenti accompagnati dai propri docenti.

 

Nel suo intervento di apertura, il Dirigente Scolastico, prof.ssa Maria Alessandra Bertini, ha delineato la finalità dell’impegno della scuola per la legalità: “Costruire una autentica civiltà della solidarietà, del rispetto e della non violenza per coltivare la cultura del rispetto e il valore della dignità umana che richiama il compito educativo della scuola, in virtù dei nostri principi costituzionali che sanciscono pari dignità di tutti i cittadini, dei diritti all’eguaglianza della donna”.

 

A introdurre il Procuratore Picozzi, il prof. Giancarlo Galeazzi, già docente di Filosofia del Savoia Benincasa, che ha ricordato con emozione il legame tra l’ospite e l’Istituto, poiché Annamaria Picozzi fu sua studentessa molti anni fa. La carriera del Magistrato, donna rigorosa e determinata, è costellata di impegni in prima linea contro la criminalità organizzata, la violenza di genere e i reati contro minori, con un’attenzione particolare alla dimensione psicologica delle vittime e alla prevenzione della violenza.

 

Il cuore dell’intervento della Picozzi è stato un invito chiaro e fermo: “No significa No. Non è ‘No, ma in realtà sì’”. Con parole semplici e dirette, ha spiegato l’importanza del consenso attuale e libero nelle relazioni, sottolineando che nessuna situazione, nessuna distrazione o condizione di vulnerabilità può giustificare la violenza. Ha spiegato ai ragazzi come la nuova legge sul consenso rappresenti un cambiamento culturale profondo: finalmente ciò che prima veniva misconosciuto ora ha un nome, un confine preciso, un principio che la legge tutela.

 

Il Magistrato ha approfondito il tema del patriarcato e della sua influenza millenaria sulle relazioni di potere tra uomini e donne. Un sistema che condiziona maschi e femmine, generando comportamenti violenti e stereotipi limitanti. Ha ricordato che l’uguaglianza formale esiste da tempo, ma la parità di opportunità richiede attenzione quotidiana, cura delle relazioni e consapevolezza dei propri diritti. Attraverso esempi concreti e immagini vivide, ha mostrato come la società, la scuola e le famiglie contribuiscano a trasmettere o a contrastare questi schemi.

 

La Picozzi ha parlato anche della quotidianità dei giovani: social media, gelosia, rabbia, invidia. Nessuno strumento è intrinsecamente cattivo; la responsabilità sta nell’uso e nella consapevolezza delle proprie emozioni. L’educazione sentimentale e affettiva non è materia di libri o lezioni frontali, ma pratica viva: imparare a rispettare l’altro, comprendere il proprio sentire e riconoscere i propri limiti è un percorso che passa attraverso la relazione, non solo attraverso norme astratte.

 

Momento toccante della mattinata è stato l’intervento della studentessa Luna Marcosignori, che ha interpretato il monologo “Dal lato del cuore”, introducendo il dibattito con i ragazzi. Le domande sul ruolo della famiglia nella formazione di comportamenti violenti e sui meccanismi di prevenzione hanno permesso di approfondire il tema della responsabilità condivisa. La Picozzi ha sottolineato l’importanza della prevenzione, della presa in carico dei maltrattanti e della sensibilizzazione culturale, affinché la violenza non rimanga invisibile e sia possibile interrompere la catena dei comportamenti tossici.

 

In chiusura, l’invito del Magistrato è chiaro: essere autentici, rispettare gli altri e riconoscere i propri sentimenti, senza farsi incatenare da stereotipi o logiche di possesso. “No significa No. Chi è di fronte a voi è una persona. Non è un oggetto”, ha ribadito, lasciando agli studenti una lezione di legalità, di consapevolezza e di rispetto che va oltre le aule e i libri di scuola. (p.s.)

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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